La sinestesia è l’accostamento di parole che vengono da campi sensoriali diversi per creare un effetto particolare, soprattutto nelle descrizioni
Facciamo un esempio: è normale per noi dire “un color rosso brillante”, perché il colore lo vediamo e “brillante” è un aggettivo che si riferisce all’uso della vista ( Se tu sei cieco non vedi brillare niente, giusto? Se non nella tua fantasia).
Non è invece così usuale dire “ un rosso vellutato”, perché l’aggettivo “vellutato” viene dalla nostra esperienza tattile, indica qualcosa che con le mani sentiamo liscia, tiepida e morbida insieme come il velluto. Però definire un colore vellutato suggerisce qualcosa, un colore non troppo acceso, accattivante, piacevole: aggiungi tu se vuoi, prova a pensare com’è per te un rosso vellutato.
Questo “giochino” – che si chiama sinestesia in letteratura – lo si può fare con tutti i sensi, scambiando aggettivi da uno all’altra: che ne dici di un grido vorace, o di un profumo viscido, di un sapore esplosivo?
Cominciamo subito a fare una prova: come definiresti, usando aggettivi che appartengono ai sensi ma non al campo visuale, i colori che ti propongo qui sotto?
Attenzione: non concentrarti sull’oggetto, ma solo sul colore!
Esercizio:
Descrivi qualcosa di visivo e composto da più elementi (un paesaggio, una scena con della gente, una composizione floreale, una natura morta) usando per definire le cose, animali o persone che vedi, degli aggettivi presi da campi sensoriali diversi dalla vista, come negli esempi sopra.
In alternativa: prendi una descrizione già fatta da un libro e divertiti a cambiare gli aggettivi, sempre con questo criterio. Cerca quando hai tempo di notare nei libri che leggi questo uso degli aggettivi e guarda che effetto producono.