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LA GIORNATA

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LA GIORNATA

di Rosella Pristerà

Aspetto il mercoledì facendo grandi progetti: è il mio giorno libero dal lavoro. Spero sempre di fare chissà che, poi scopro che ho voglia di fare solo cose semplici. Alzarmi alle nove, per esempio.

Dormire la mattina nel letto, al caldo, senza timore della sveglia, sapendo di non dover fare nulla dopo, che non c’è fretta, che non c’è costrizione… è il momento più bello di questa giornata.

Corpo rilassato, occhi chiusi e buio, come in un recesso lontano, pieno solo di memorie, senza futuro. Dove nessuno chiede nulla, non esiste la luce dell’obbligo, ma solo lo scuro coprente del nulla.

Non mi sento né umana né sogno, in questi magici momenti neri, momenti e minuti che passano per portarmi verso l’umanità, il mio essere umano che riscopro svegliandomi. Questo dormiveglia incantato in cui non sono nessuno e nulla è dovuto, e accade perché oggi lo posso fare e domani no; questo gli dà ancora più gusto, mi ripeto questa idea come un mantra, è il momento d’oro della mia pigrizia, della mia indolenza, le mie due dee scure alle quali cedo il timone in questo tempo pieno di mezzo sonno felice.

Quando arriva il caffè, portato da mani amorose ma anche piene di luce, luce che risuona intorno come un rientro in caserma, le dee tornano tra le loro stelle ed io rientro nel mio corpo umano, già un po’ infelice nella lista di “cose da fare” che si dispiega davanti agli occhi ora aperti.

La connessione con il mondo fatica a partire, soprattutto nei giorni di libertà come oggi.

La nuvola della sveglia ricopre il letto mentre inizio a parlare della giornata: notizie impegni doveri piaceri certezze.

Tutto radicato in terra, lo sento quando appoggio i piedi sul pavimento e mi tiro su.

E si parte: a volte verso le mie direzioni, a volte, come oggi, verso direzioni di altri, per amore soprattutto, e un po’ per dovere. Passare a vedere come sta mia figlia, poi cedere alle richieste di una passeggiata che forse non mi sento di fare, che sarà bella come sempre, ma non serena come vorrei.

Tengo forte la presa perché è giusto andare incontro ai desideri di chi ci ama, di chi amiamo. Ma oggi pesa un po’ di più, nell’ansia generale di questi tempi, in cui sentirmi umana mi è difficile.

Sogno di tornare a letto.

 

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