Eh sì, ce l’ho un racconto da scrivere, o almeno credo. Comunque mi sono scocciata di scrivere sempre e solo i miei diari, le mie impressioni, i miei sogni. Avrei proprio voglia di scrivere un racconto tutto intero, o magari un romanzo ma per ora teniamoci sul più corto, con la trama e tutto, i personaggi, i dialoghi, una storia che possa far ridere, o piangere, o divertire, o anche solo interessare qualcun’altro. Ho bisogno di dare sfogo alla mia immaginazione ricevendo un feed back (termine inglese che tradotto in italiano verrebbe ‘comunicazione di ritorno ad un’altra, che la commenta o ne esprime l’effetto sul ricevente’ . Io vorrei sempre usare la mia bellissima lingua ma certe volte è proprio troppo più facile usare l’inglese). Ho bisogno anche di capire se il mio modo di scrivere può piacere o no, e a chi.
Vi capita di ritrovarvi in quello che ho scritto1magari senza la parentesi, quella è stata una mia digressione? Allora armiamoci di entusiasmo e partiamo per il nostro racconto.
Cercate dentro di voi una cosa che volete scrivere, non scrivete a caso di vampiri perché va di moda, o di inquinamento ambientale perché è un tema importante. Chiedetevi quale argomento vi ronza sempre in testa, quale storia avete sentito o visto che vi ha colpito al cuore, quale ricordo vi brucia dentro, quale cosa sapete così bene che avete bisogno di dirlo anche agli altri.
Quindi la prima domanda da porsi è: questa storia mi coinvolge? Questo non significa che dev’essere autobiografica, ma che dev’essere interessante prima di tutto per voi. Non significa nemmeno che dovete parlare per forza di qualcosa che conoscete bene, se è un argomento che vi intriga; però se volete che sia credibile dovrete andare a studiare i particolari: ad esempio se volete parlare di un viaggio a bordo di una navicella spaziale non basta fare una ricerca in Internet sulle navicelle spaziali, bisogna anche aver avuto, o fare apposta, esperienza di permanenza forzata in posti angusti e conoscere la sensazione che può provare chi si trova in una situazione del genere.
La seconda domanda da porsi è: perché voglio raccontare questa storia? Voglio commuovere, divertire, condividere una mia convinzione? Naturalmente si scrive prima di tutto per se stessi, ma anche per comunicare. Cercate di capire qual è lo scopo della vostra comunicazione, e soprattutto cercate di capire, in caso si tratti di una vostra storia personale, se ha i requisiti per catturare il lettore, se non sia un racconto per voi importante, che per un altro potrebbe risultare noioso. Magari si tratta di una vostra emozione profonda, ma che non avete ancora collocato in una prospettiva giusta per condividerla. Come si fa? Allontanandosi dalla storia, ponendosela davanti come un film e raccontandola in terza persona. In questo modo i contorni assumeranno maggiore chiarezza, voi vedrete qualcosa che standoci dentro fin al collo non percepite, darete corpo ad una storia che ora è solo dentro di voi.2A questo proposito: anche se scrivete solo per voi l’esercizio di scrittura in terza persona è utilissimo, perché ponendo una distanza tra voi e l’esperienza vissuta riuscite a filtrare la vostra emozione, magari raggiungendo una maggiore chiarezza (ma davvero quella persona voleva farmi del male o io ho interpretato così per uno stato d’animo che già avevo? ma davvero sono stata così bene o non c’era un filo di disagio in quella situazione?).
Non fate però l’errore opposto, di sottovalutare le vostre esperienze; raccontata nel modo giusto, anche un’esperienza apparentemente banale, un’emozione piccola, come un filtrare di luce tra gli alberi, la gioia di un vestito nuovo, camminare di notte da soli, tutto può essere racconto. E voi avete la possibilità di entrare nei dettagli, di far sentire quello che raccontate, perché l’avete vissuto (chi ha letto l’articolo sui sensi SAPPIAMO USARE I NOSTRI SENSI? si ricorderà dell’importanza anche delle percezioni fisiche). La vostra esperienza è una miniera di idee, a patto che riusciate a farle sentire importanti per il vostro lettore, applicabili alla sua vita. I lettori sono infiniti, non potrete mai raggiungerli tutti: ma se trovate un equilibrio tra il personale e l’universale, qualcuno si riconoscerà nella vostra storia.
Bene, che ne dite di iniziare?
Grazie Mila. Molto interessante questo articolo ed anche le indicazioni che dai.
Ciao
Concetta
Grazie Mila,ottimo spunto,vediamo di provarci