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La passeggiata di Ambra

LA PASSEGGIATA DI AMBRA

di Valeria Rocchi

Ambra è ancora rannicchiata nel caldo abbraccio di soffici coperte, quando le dolci note di “Per Elisa” si diffondono nella camera. Con gli occhi chiusi spegne la sveglia del telefonino, allunga le gambe sottili e stira le braccia. Lentamente apre le palpebre, assapora il tepore del letto mentre una fioca luce mattutina filtra dalla persiana illuminando la stanza da letto dai colori pastello, arredata con cura. 

Il suo risveglio oggi è dolce, è domenica e andrà a fare un trekking in campagna, insieme al solito gruppo con il quale condivide da anni questo passatempo.

A questo pensiero un ampio sorriso si apre su un viso dai lineamenti ben delineati, un’ampia fronte incorniciata da riccioli ribelli di un castano scuro che fanno risaltare lo sguardo vivace, il naso ben pronunciato che caratterizza l’ovale del suo giovane volto, le labbra rosee e sottili che alcune volte sono leggermente imbronciate.

Con un balzo scende dal letto, si veste, fa una veloce colazione.

Un ultimo sguardo compiaciuto allo specchio del bagno, con una spazzola cerca di mettere in ordine i capelli che sfiorano appena le spalle, un foulard blu annodato intorno al lungo collo, un filo di rossetto ed è pronta per partire.

Si mette sulle spalle lo zaino, scende le scale a passo veloce, apre il portone di casa e la brezza mattutina la investe, scacciando l’ultimo torpore rimasto. 

Ritrovare il gruppo è sempre un piacere.

Il gruppo è vario sia come età che come caratteristiche personali. Ambra ha le sue simpatie che manifesta con chiarezza, senza sensi di colpa. 

Ma la gioia più grande è passare una intera giornata a contatto con la natura.

Oggi ha desiderio di camminare un po’ da sola, deve rimettere in ordine i pensieri della settimana appena trascorsa, la fronte si arriccia un po’, le labbra assumono una leggera smorfia. I tiepidi raggi del sole incominciano a scaldare il suo corpo, le spalle si stanno aprendo e i piedi si muovono in modo spedito con un suono sordo su un sassoso viottolo, l’aria fresca sembra entrare nei pori della pelle, il respiro si fa più profondo e pervade la mente scacciando pensieri scuri, il corpo assume una posizione ben eretta e lo sguardo diventa più brillante.

Un pensiero prende forma e illumina il suo animo ”Passo dopo passo, senza arretrare, si arriva alla meta”.

Gli occhi si volgono tutto intorno attenti e curiosi, non vuole perdersi nessuna immagine, si posano sulle dolci linee delle colline senesi, si fermano ad ammirare la ruvidità e i solchi di un tronco di una quercia. Il suo sguardo è attratto con meraviglia da quel ciuffo di erba pieno di rugiada, che brilla come tanti piccoli diamanti sotto la luce del sole.

Ora si incammina in un sentiero erboso che si snoda all’interno di un folto bosco, è attratta dalla varietà degli arbusti, dalle foglie ingiallite sparse sul terreno, da una farfalla di un giallo chiaro che svolazza con lentezza.

Assapora il silenzio della campagna, un silenzio che entra nella sua mente; le narici si riempono degli odori del bosco, le orecchie sono tese a sentire il rumore di un trattore in lontananza, il fruscio improvviso di un scoiattolo che si arrampica veloce su un albero.

Così dimentica e sono sfuocate le ansie della settimana appena finita. Il passo si fa più veloce, sente il corpo leggero, gli occhi brillano di una luce vivace.

Come sono evanescenti le preoccupazioni, i patemi d’animo che le procura il lavoro! Ogni giorno si occupa di attenuare le difficoltà del vivere, di rispondere al meglio alle fragilità delle persone anziane, di aiutare ad affrontare in modo costruttivo periodi di gravi difficoltà familiare.

Venerdì, mentre guardava l’orologio per non perdere il treno, la telefonata di Maria che stava delirando, faceva discorsi senza un senso logico, senz’altro piena di alcolici: non solo non aveva un lavoro con cui provvedere alle necessità della famiglia, ma la sua dipendenza le rendeva difficile occuparsi in modo adeguato della figlia ancora in tenera età . Aveva chiuso la porta dell’ufficio come se avesse ricevuto un pugno allo stomaco ed era corsa alla stazione.

Essere immersa nella bellezza della natura attenua le ansie e insicurezze, Ambra riesce a mettere ordine ai suoi pensieri, a darsi delle priorità, a rigenerarsi.

Nella mente prende forma un’insolita riflessione, mai avrebbe pensato che il contatto con la natura le avrebbe procurato così piacevoli sensazioni.

Affiora l’immagine di lei, ancora piccola, che vive in una casa isolata. Non aveva bambini con cui giocare, le stanze d’inverno erano fredde,si poteva riscaldare solo accanto al fuoco del camino, i familiari lavoravano tutto il giorno senza sosta nei campi. La campagna per lei era solitudine, squallore, fatica, freddo d’inverno e caldo torrido d’estate.

Invece come le appariva scintillante vivere nella vicina città, con le sue luci, i negozi pieni di giocattoli e di buoni dolcetti, con le amichette tutte simpatiche! Aspettava con ansia l’estate, così poteva poteva andare dalla zia ed allora diventava una bambina sorridente. Quante persone interessanti riusciva a conoscere! pendeva dalle loro labbra, ammirava i loro abiti accurati, i loro discorsi la portavano in un mondo sconosciuto e curioso.

Si ricorda ancora quando andava a fare le piccole commissioni per la zia, che aveva un ufficio di contabilità; sgambettava con un passo veloce, rimirando compiaciuta nelle vetrine la sua esile figura saltellante, si sentiva al centro del mondo.

Una voce in lontananza la chiama, si avvicina a lei con passo veloce, è la sua amica Paola; parlano dell’ultimo film visto, di ricette di cucina e dei prossimi trekking. Altre persone si aggiungono, formano un bel gruppo e si scambiano battute ironiche e squillanti risate; c’è sempre qualcuno che sa raccontare storielle in modo divertente.

Ci si ferma in una grande radura all’interno del bosco, ognuno cerca una propria sistemazione, ci sediamo su un tronco di un albero, lasciato a terra o su un manto erboso, in cerca di un raggio di sole. Ambra, seduta accanto a due amiche, dal suo zaino prende un panino con la frittata, spicchi di finocchi crudi, una frutta e l’immancabile cioccolata.

Ecco arriva Gino, che offre dal thermos un caffè ancora caldo e subito sopraggiunge Eva, che delizia il palato di tutti con il suo squisito dolce.

L’atmosfera è piacevole e rilassante, una breve pausa per riposarsi, poi al segnale del capogruppo Mario, zaino in spalle e si riparte, un po’ a malincuore, verso la fine del percorso. Mario è un attento organizzatore, ha distribuito a tutti la cartina del trekking, vigila sulle persone che camminano con difficoltà, è cordiale e disponibile.

Ora i raggi del sole sono diventati obliqui e radenti, le gambe si fanno pesanti e i muscoli sono indolenziti, si sente la fatica della giornata. I soliti discorsi “Quanti chilometri abbiamo fatto oggi? 10, no erano 12 chilometri? Ma comunque siamo stati bene !”

Si sale nelle auto, ognuno torna a casa stanco ma con la percezione di avere trascorso una piacevole giornata all’aria aperta.

Anche Ambra si avvia all’auto e pensa con leggerezza alla settimana che l’aspetta.

Si sente più forte e in pace con se stessa.

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Elena Verginis
Elena Verginis
3 anni fa

Rileggere questo racconto è per me ogni volta liberatorio! È come fare un bagno al mare, una corsa veloce con il cane, trovarsi immersa negli odori della natura de uscire nuova.
È un racconto straordinario Valeria…di quelli che ti fanno vivere un’ esperienza!