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SAPPIAMO USARE I NOSTRI SENSI?

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Ognuno di noi mette in qualche modo se stesso in quello che scrive, e lo farà anche se pensa di non farlo, quindi tanto vale che lo faccia bene. Ricordiamoci che ognuno di noi è un essere unico: impara a conoscere chi sei, entra dentro le tue percezioni del mondo, le tue emozioni, le tue reazioni, conoscile fino in fondo. Allora quello che scrivi a proposito di rabbia sarà vero, perché sarà la tua rabbia, vissuta fin nell’ultima fibra del tuo corpo.

Infatti non è soltanto la nostra esperienza di vita ad essere solo nostra, lo è anche il nostro modo di leggere i colori delle stagioni, di giudicare i lati oscuri della vita, di gridare, di amare, di essere triste e felice: nessuno di noi lo è in modo perfettamente uguale agli altri.

Pensiamo solo a quante volte ci capita di non essere d’accordo con qualcuno sul colore o sul sapore di qualcosa, per non parlare del giudizio da dare a un film, ad una musica, delle opinioni diverse sul mondo che ne hanno i suoi abitanti! Tante quanti sono loro, se si va a guardare le sfaccettature.

Quindi quanto meglio conosciamo noi stessi, tanto più convincente sarà quello che scriviamo.

Per iniziare, ricordiamoci che per scrivere è fondamentale imparare a usare appieno i nostri sensi.

Se vuoi convincere il tuo lettore che è là, dove tu lo stai portando, devi coinvolgere tutti i suoi sensi. Se sentirà il sole che gli bagna la pelle, il vento che gli scompiglia i capelli, il gusto aspro del limone in bocca, metà strada è già fatta. Lui continuerà a venire con te.

Sembra ovvio, ma proprio perché le diamo per scontate, non ci fermiamo mai ad analizzare veramente le nostre percezioni. Non è così difficile, basta prendersi il tempo per muoversi come al rallentatore ogni tanto: come un sommelier agita piano il vino nel suo balloon, poi lo alza per vederne le sfumature, lo annusa per aspirare tutti i suoi aromi e solo alla fine si decide a far scivolare in bocca qualche goccia, da fermare lì sotto la lingua con gli occhi chiusi perché non sfugga nemmeno una delle sfumature di sapore. Proviamo a farlo con i piatti che mangiamo, con gli odori della cucina mentre cuciniamo, con i colori delle stagioni mentre passeggiamo in un bosco, con le sfumature di calore e di corposità nel pelo del nostro animale domestico, con gli avvallamenti, le insenature, gli spigoli e le colline del corpo del nostro amore.

“Un libro che sto scrivendo parla dei cinque sensi, per dimostrare che l’uomo contemporaneo ne ha perso l’uso. Il mio problema scrivendo questo libro è che il mio olfatto non è molto sviluppato, manco d’attenzione auditiva, non sono un buongustaio, la mia sensibilità tattile è approssimativa, e sono miope”. (Italo Calvino)

Oltre ad aiutarci nella scrittura, questo indugiare sulle nostre percezioni ci aiuterà anche ad apprezzare di più i doni che la vita ci porge. E’ vero, per utilizzarle scrivendo dovremo soffermarci anche sulle percezioni spiacevoli: gli odori disgustosi, i sapori nauseabondi, i colori dissonanti, i suoni graffianti. Ma basterà farlo quando entrano nel nostro racconto …

Chissà se avete notato che ho descritto quattro dei nostri campi sensoriali (odorato, gusto, vista, udito) con aggettivi che non appartengono allo stesso campo sensoriale, ma ad un altro. E’ una tecnica simpatica, che ci permette di coinvolgere più sensi insieme, ha anche un nome: sinestesia, cioè uso di più sensi nello stesso momento. E quindi quello che vi propongo è di lasciarvi travolgere dalle vostre percezioni e descriverle, anche con questo mezzo, la sinestesia, ma non solo. Sui vari modi con cui si possono descrivere le suggestioni del mondo intorno a noi, tornerò in un altro articolo. Intanto, per chi vuole andare alla scoperta del mondo ricchissimo dei propri sensi, suggerisco di cercare nella categoria CREA1. Ce ne sono diversi, come:

Suggerimenti di lettura:

  • ITALO CALVINO “Sotto il sole giaguaro”  – Edizioni Oscar Mondadori (io ho un’edizione del 1995 ma ce ne sono di più recenti)
  • PATRICK  SÜSKIND “Profumo” – trad. Giovanna Agabio – Edizioni Longanesi 2010

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